Ladies and Gentlemen,
Devo proprio dirvelo, la comedy torinese è innovativa e spiritosa.
Incentrata, principalmente, sulle vicende di una famiglia di mafiosi a cui si ricollegano anche altri personaggi. Sto parlando de "I topi", 6 episodi da mezzora ciascuno di cui ieri sera ho avuto il piacere di vederne due [Rai3 alle 21:40].
Pochi personaggi, ma di effetto. Un nucleo familiare ristretto: il capofamiglia, Sebastiano, che sbaglia sempre i cunicoli e che vive nel terrore di essere arrestato; il figlio che non coglie mai al balzo il momento per stare zitto, la figlia che frequenta il rampollo di una famiglia rivale, la zia che cerca di tenere nascosta la sua ossessione per le corse clandestine di cavalli, la moglie che sbaglia sempre le frasi in codice che, però, sembrano più degli scioglilingua e infine lo zio che da dieci anni circa vive nel sottosuolo e si rifiuta di uscire. No, non proprio, vuole andare al mare e si è messo in testa un'idea balzana. Quale? Sta a voi scoprirlo.
E poi, ancora, altri personaggi i cui soprannomi sono tutto un programma (Ti ricordi di Tizio, figlio di, nipote di, coniuge di e così via).
Non sono solo i personaggi, delle sorte di caricature, ad esser al centro di tutto, l'elemento ulteriore ed innovativo su cui ruota la vicenda è dato dai cunicoli utilizzati dai mafiosi per sfuggire alla polizia costituendo quindi una città nella città dove ogni condotto è, bene o male, collegato alle abitazioni dei latitanti e dove si conoscono un po' tutti, come appunto i topi.
Insomma, è inutile dirvi che non vedo l'ora di vedere gli altri episodi.