Ladies and Gentlemen,
Buongiorno.
Quest'oggi mi è stato richiesto di segnalare un nuovo romanzo contemporaneo di Jill Barnett.
Ma, a differenza delle altre segnalazioni, questa contiene un qualcosa in più che vi invito a scoprire da voi.
☞Casa Editrice: Babelcube Inc.
☞Traduttore: Marianna N.
☞Prezzo: 5,77 euro
☞Dicono del libro:
“Ritmo veloce e provocatorio… I luoghi oscuri del cuore
è un romanzo potente sul destino, le scelte, i legami familiari, e il modo in
cui sono tutti connessi con le nostre vite.”
—L’autrice de L’usignolo bestseller del New York Times, Kristin Hannah
“Jill Barnett accompagna i lettori in un viaggio
sapientemente scritto e profondamente emotivo nei recessi più oscuri del cuore
umano.”
—L’autrice de Una scelta impossibile bestseller del New
York Times, Susan Elizabeth Philips
“Tragedia, vendetta, amore e ossessione sono le forze in
gioco in questa storia avvincente. Piena di indimenticabili personaggi e
turbolenti passioni di cui i lettori ne parleranno a lungo dopo aver finito il
libro.”
—L’autrice di Primadonna acclamata e premiata dalla
critica, Megan Chance
“I lettori che cercano una lettura con i fiocchi la
troveranno leggendo questo libro magistrale.”
—Romantic Times
“La Barnett ha un innato senso dell’umorismo. I suoi
personaggi sono freschi e briosi e il suo stile è piacevole da leggere, una
ventata di aria fresca.”
—Publishers Weekly
JILL BARNETT incanta i lettori con il suo mix di storie originali fatte di amore e risate. Publishers Weekly ha dato al suo libro, Il cavaliere dei miei sogni (I Romanzi Mondadori), un’opinione stellare, definendolo “esilarante... I suoi personaggi sono gioiosi e freschi, il suo stile è piacevole da leggere, come un raggio di sole estivo.” Detroit Free Press al libro Joy la strega (I Romanzi Mondadori), uno dei migliori libri dell’anno, hanno dichiarato, “La Barnett ha uno stile fantastico perché con una battuta riesce a dare vita a una storia d’amore.” Tutti gli altri suoi libri hanno avuto il plauso della critica e da allora sono apparsi nelle classifiche dei bestseller del New York Times, USA Today, Publishers’ Weekly, il Washington Post, Barnes and Noble e Waldenbooks, che ha assegnato a Jill il premio National Waldenbooks. Ne sono state stampate 7 milioni di copie e le sue opere sono state pubblicate in 21 lingue. Jill vive con la sua famiglia nel Nord-Ovest del Pacifico.
Ed ecco a voi la "sorpresa", un estratto dal primo capitolo.
☞Estratto:
PRIMA PARTE
1951
Un’offesa è il
trasferimento ad altri del degrado che portiamo dentro di noi.
—Simone Weil
CAPITOLO
1
California del Sud
Le serate calde e senza vento erano la norma a Los Angeles, un luogo dove
quasi tutto era una messinscena e il clima raramente si faceva notare. Lì, a
essere sotto i riflettori erano gli eventi e le persone. Quasi tutte le sere i
riflettori illuminavano il cielo da qualche parte in città. Quella sera, di
fronte alla Galleria d’Arte La Cienega. C’erano tutti i frequentatori abituali
delle mostre d’arte, nomi presenti nelle cronache mondane, antichi e nuovi
ricchi, insieme a poeti esistenzialisti e bohémien che riempivano ogni
caffetteria da Hollywood a Hermosa Beach.
Noti critici
d’arte chiacchieravano di prospettiva e significati, discutevano del messaggio
sociale. Adoravano l’artista, una donna vibrante ed esotica le cui enormi tele
erano piene di violenti schizzi di colore, e scrivevano del suo lavoro in
termini lusinghieri e audaci quanto le opere stesse, paragonandola agli
espressionisti astratti come Pollock e de Kooning. Rachel Espinosa era la beniamina
della scena artistica di LA, e la moglie di Rudy Banning.
Rudy arrivò
in ritardo alla mostra, dopo aver bevuto per tutto il pomeriggio. Suo padre aveva
ragione, era un idiota, una cosa che era più facile da ingoiare se accompagnata
da una bottiglia di scotch. I riflettori erano spenti quando parcheggiò l’auto
fuori dalla Galleria. Una volta dentro, si appoggiò alla porta d’ingresso per riprendere
l’equilibrio.
Una coltre di
fumo di sigaretta aleggiava sulla marea di baschi neri, cappelli di feltro grigi
e chignon. In un angolo, una piccola band suonava uno strano mix di calypso e
jazz: una contaminazione tra Harry Belafonte e Dave Brubeck. Il liquore
scorreva, c’erano pile di sigarette a ogni pochi metri su alti piedestalli
d’argento, e il catering era catalano, insolito, ma utilizzato per suffragare la
bugia che sua moglie, Rachel Maria-Teresa Antonia Espinosa, facesse parte
dell’alta aristocrazia spagnola. Quella era la sua sera e il suo tocco era
ovunque.
Rachel era
dall’altra parte della sala, sotto un faretto e davanti a uno dei suoi pezzi
più grandi e più recenti, il Ginsberg Howls. La folla la circondava, ma
quasi tutti restavano a un metro di distanza, come se avessero paura di
avvicinarsi troppo a una simile icona. Un giornalista del Los Angeles Times la
stava intervistando, mentre un fotografo con le maniche arrotolate le girava
intorno, scattando foto con i flash diretti e accecanti.
Rachel si
girò verso la macchina fotografica, assumendo una posa accuratamente studiata che
Rudy le aveva già visto fare prima: braccio sollevato, un bicchiere da martini
con tre cipolline in mano. Stasera era vestita in arancione brillante. Sapeva
bene qual era il suo posto in quella stanza.
Rudy si
servì da bere da un vassoio retto da un cameriere di passaggio, poi tracannò il
whiskey prima di arrivare a tre metri da lei. All’inizio lei non lo vide, poi
si voltò con istintiva repentinità e lo guardò dritto negli occhi. Ciò che
successe in quel momento fu solo un pallido ricordo di quello che era stato un
tempo, i giorni in cui uno sguardo dall’altra parte di una stanza avrebbe fatto
sparire tutto ciò che avevano intorno. L’espressione di sua moglie si addolcì,
finché lui non mise il bicchiere vuoto su un vassoio di passaggio afferrandone
un altro pieno e poi sollevò sarcasticamente il bicchiere e lo svuotò mentre lei
lo guardava senza lasciar trasparire nulla.